La perdita dei denti costituisce un trauma sotto vari aspetti. Da un lato compromette le funzioni masticatorie e la fisionomia del viso, mentre dall’altro si può trasformare in una poco piacevole fonte di imbarazzo.
Per fortuna l’implantologia dentale negli ultimi decenni ha fatto passi da giganti offrendo ai pazienti edentuli importanti soluzioni per ripristinare il sorriso perduto. Tra queste ci sono ovviamente anche gli impianti all on four.
Nelle prossime righe andremo ad approfondire gli aspetti più rilevanti di questa tipologia di protesi dentaria a carico immediato osservando da vicino le sue caratteristiche e le modalità di applicazione. In fondo, si può tornare a sorridere a qualunque età!
La procedura all on four si basa sull'inserimento di quattro impianti in titanio nell'osso mascellare o mandibolare. Questi agiscono come radici artificiali e sono posizionati in punti strategici dell'arcata per massimizzare l'uso dell'osso residuo disponibile. Non a caso, la tecnica è particolarmente adatta per i pazienti che presentano un volume osseo ridotto.
Dei quattro impianti che caratterizzano l’all on four, due vengono collocati nella parte anteriore dell'arcata, dove l'osso è più denso e resistente. Invece, gli altri due vengono posizionati nella parte posteriore, inclinati in modo strategico per evitare di entrare a contatto con le strutture anatomiche come il seno mascellare nella mascella superiore o il nervo alveolare inferiore nella mandibola.
L’inclinazione non solo consente di utilizzare impianti più lunghi, aumentando la stabilità, ma anche di evitare procedure chirurgiche più complesse come il rialzo del seno mascellare o la rigenerazione ossea.
Gli impianti all on four funzionano da “pilastri” per l’applicazione di ponti dentali, utili a ricostruire con facilità l’intera arcata dentale: insieme al Toronto Bridge, rappresenta la soluzione fissa più indicata per pazienti completamente edentuli.
Tra i vantaggi della tecnica all on four c’è indubbiamente la possibilità di fornire al paziente una protesi fissa temporanea in 48 ore. Infatti, come già citavamo nelle righe precedenti, rappresenta un’operazione di implantologia a carico immediato.
In pratica, già al termine della seduta si riacquista una dentatura funzionale e esteticamente gradevole che scongiurerà quel disagio sociale ed emotivo che colpisce la maggior parte di coloro che si trovano ad affrontare il trauma della perdita dei denti.
Inoltre, la protesi definitiva, applicata solo dopo la completa guarigione e osteointegrazione degli impianti, è progettata per adattarsi perfettamente all'anatomia del paziente, offrendo un aspetto naturale e migliorando significativamente la funzionalità masticatoria e l'estetica del sorriso.
Un altro dei punti di forza dell’implantologia all on four è il suo processo di applicazione decisamente poco invasivo, che consente tempi di guarigione piuttosto rapidi. Quindi, quali sono le fasi attraverso le quali si articola l’intervento chirurgico?
L’applicazione degli impianti è preceduta da una fase preliminare, in cui il dentista sottopone il paziente ad una visita per valutare lo stato di salute generale e orale. Questa fase è cruciale per identificare eventuali condizioni che potrebbero influenzare l'esito dell'intervento, come patologie parodontali o problemi di salute sistemici.
Successivamente, viene effettuato un esame radiografico dettagliato, spesso includendo una TAC dentale, la quale consente di ottenere una visione tridimensionale della struttura ossea della mascella o della mandibola. Grazie a queste tecnologie all’avanguardia è possibile pianificare al millimetro la posizione degli impianti.
L’inserimento degli impianti all on four si svolge sotto anestesia locale, ma in casi specifici o complessi può essere utilizzata la sedazione cosciente o l'anestesia generale. Questi vengono posizionati utilizzando un’apposita dima chirurgia. L’applicazione è caratterizzata da una ridotta invasività che riduce al minimo i gonfiori ed i lividi post-operatori.
Il giorno successivo all'intervento viene collocata una protesi provvisoria, in grado di restituire in maniera pressoché immediata le funzioni masticatorie. Come già evidenziato, terminato il periodo di guarigione e soprattutto di osteointegrazione, viene infine applicata la protesi definitiva.
Nel decorso post-operatorio il paziente viene sottoposto, solo se necessario, ad un trattamento farmacologico a base di antibiotici. Tuttavia, il dolore ed il gonfiore scompariranno in breve tempo e potrà tornare a “riassaporare” il piacere di una dentizione equiparabile ai denti naturali.
Nonostante l'efficacia dell'implantologia all on four, esistono specifiche situazioni in cui la tecnica non è consigliabile. Quali sono?
L’implantologia All on Four viene spesso accomunata, e a volte anche confusa con il Toronto Bridge. Quali differenze intercorrono tra le due tipologie? Più che differenze potremmo parlare di sfumature. Infatti, entrambe rappresentano delle protesi fisse totali su impianti. Anche il materiale che le caratterizza è il medesimo: possono essere realizzate in resina o ceramica.
La differenza sostanziale invece sta nel posizionamento degli impianti. Il Toronto Bridge prende il nome dall’omonima città canadese, in cui all’inizio degli anni ’80 fu sperimentato su un paziente per la prima volta. A differenza della tecnica all on four, non utilizza impianti inclinati. Per evitare che le viti inserite nell'osso possano interferire con il seno mascellare nell’arcata superiore e il nervo alveolare in quella inferiore, vengono utilizzati degli impianti più corti nelle aree posteriori della bocca.
Per scoprire la soluzione ottimale ai tuoi problemi dentali ricorda di rivolgerti sempre ad uno specialista esperto e competente. Allo Studio Priotti troverai un team di professionisti pronto ad ascoltare con attenzione le tue esigenze e a garantirti il massimo impegno per tornare a farti sorridere!