Se ti chiedessi di associare la parola “dente del giudizio” con la prima risposta che ti viene in mente, cosa risponderesti? Molto probabilmente “dolore”. La fuoriuscita dei cosiddetti terzi molari mette apprensione a coloro che si apprestano ad entrare nell’età del giudizio. Nella maggior parte dei casi la loro comparsa è effettivamente piuttosto dolorosa. Quando è allora necessariO eseguire un’estrazione degli ottavi, meglio noti come denti del giudizio?
Molti dentisti probabilmente risponderanno a questa domanda con un’esclamazione perentoria: «Non servono a niente!». Quindi, l’estrazione degli ottavi è sempre la miglior strada percorribile?
Non esattamente. I denti del giudizio sono una traccia del nostro passato. Per comprendere la loro funzione è necessario andare a ritroso nel tempo, spingendoci addirittura fino alla preistoria. All’epoca i terzi molari erano pressoché fondamentali. Infatti, i primi uomini si nutrivano per lo più di carni crude, le quali proprio grazie alla presenza dei solidi e robusti denti del giudizio potevano essere consumate con maggiore facilità.
Con la scoperta del fuoco e con il passare dei secoli l’alimentazione umana – per fortuna – è completamente cambiata, sia dal punto di vista della qualità, sia da quello della morbidezza dei cibi. Così, l’evoluzione umana ha portato all’involuzione degli ottavi, i quali sono venuti meno alla loro funzione originaria.
Ah, sai perché si chiamano denti del giudizio? I terzi molari spuntano tra i 18 e i 30 anni, ovvero nella fase che dovrebbe segnare il passaggio all’età adulta. Premesso che ai giorni nostri non addentiamo più voracemente carni crude e allora necessario procedere all’estrazione degli ottavi?
I denti del giudizio sono gli ultimi molari (i terzi, appunto) che vanno a completare la dentizione permanente dell’arcata dentale. Nel precedente excursus storico abbiamo osservato come gli ottavi abbiano subito un processo d’involuzione. A causa del venir meno della loro funzione originaria, in alcuni soggetti potrebbero addirittura restare inglobati nelle gengive e nell’osso. In questo caso si parla di ottavi inclusi.
Tale condizione patologica potrebbe determinare varie problematiche, come la creazione di sacche infettive endossee, il trisma (blocco muscolare del massetere) oppure potrebbe verificarsi una situazione in cui il dente ancora incluso spinga sulla radice del dente adiacente corrodendolo. Davanti ad uno scenario simile, molto spesso l’unica via percorribile è quella dell’estrazione degli ottavi.
Cosa succede invece quando i denti del giudizio erompono dalle gengive?
La fuoriuscita dei terzi molari non è accompagnata obbligatoriamente dal dolore. In alcuni soggetti fortunati, anche se corrispondono ad una percentuale molto bassa, i denti del giudizio erompono allineati senza creare alcun problema al resto della dentizione e senza generare infezioni. È una situazione piuttosto rara, tuttavia in questa fattispecie si può evitare l’estrazione degli ottavi.
Per quella porzione di popolazione più sfortunata invece, l’eruzione dei denti del giudizio provoca dolore. I motivi sono sostanzialmente due:
Scendendo nello specifico, l’estrazione degli ottavi diventa necessaria davanti allo sviluppo delle seguenti patologie dentali:
L’estrazione degli ottavi è un intervento di routine che avviene solitamente in anestesia locale e dura all’incirca 30 minuti per ogni terzo molare. Nei pazienti odontofobici si può ricorrere anche all’anestesia totale.
L’aspetto meno piacevole dell’estrazione è indubbiamente il post-operatorio. Nella bocca del paziente si sviluppano alcuni edemi, i quali comunque spariranno nell’arco di pochi giorni seguendo una cura antibiotica. Un’altra complicanza successiva all’avulsione degli ottavi può essere rappresentata dall’emorragia gengivale: si genera in una forma lieve e si risolve nell’arco di 24 ore.
Invece, la situazione post-operatoria più spiacevole è probabilmente la comparsa dell’alveolite. Si tratta di un’infiammazione dell’osso alveolare, ovvero la porzione ossea che sostiene il dente. Quando si subisce l’estrazione degli ottavi si genera un coagulo di sangue che va a ricoprire il vuoto lasciato dal molare rimosso. La sua funzione è quella di proteggere l’osso dall’azione dei batteri.
Se questa sorta di “tappo” non si forma oppure si stacca prematuramente (un’eventualità che accomuna molti tabagisti), il paziente va incontro a quella fastidiosa infiammazione chiamata alveolite.
Davanti alle tante problematiche provocate dai denti del giudizio, il consiglio è quello di non trascurare i segnali della propria bocca e rivolgersi il prima possibile ad uno specialista: allo Studio Priotti troverai un team di professionisti pronti a mettere al tuo servizio tutta la loro esperienza e competenza.